Incapace di nuotare, non abile nell’esercizio della libertà. Se esiste un mare in cui sentirsi senza vincoli e leggeri, lui non può saperlo. Se i binari a lui imposti avessero condotto a deragliamenti, forse oggi non sarebbe imprigionato. Una galera che toglie, sottrae, depriva. Forse avrebbe conosciuto le varie fasi del lasciarsi andare, l’incredibile sensazione del galleggiare. Dalle sbarre, il mare appare come un ricordo lontano, l’emblema di quello che sarebbe potuto essere e non è stato. L’unica cosa che resta ora è il senso di apnea, di un respiro soffocato, di un eterno attimo fatto in assenza di ossigeno.