“Allora c’è una forza che significa essere diretti, necessitanti, mirati e questa stessa condizione è come la crescita dell’albero che non dice la sua essenza, ma ciò che può.” ( Angela Putino)
Land Bodies II fa parte di una serie, un progetto con il quale vorrei mettere in evidenza quanto il femminile sia stato percepito, raccontato e rappresentato nella storia attraverso lo sguardo dell'uomo, e che ancora oggi è predominante. Mi sembra che la natura (la terra e le sue risorse naturali) e il corpo femminile abbiano ancora oggi lo stesso triste destino: un territorio da conquistare, dominare, possedere. Il corpo della donna a me sembra apparire ancora oggi come un corpo colonizzato, un corpo territorio.
Attraverso la pittura tento di spostare questa prospettiva, di liberarmi dalla percezione di me come separata e inchiodata ad una definizione e uno sguardo “altro”, ma riconoscere la mia co-appartenenza alla terra.
Il mio è un invito a ri-apprendere a percepire e percepirci come flusso in divenire, come una forza arborea e virescente, che non ha bisogno di sopraffare per affermarsi e crescere, ma che si espande a partire da sé. È il tentativo di immaginare una nuova soggettività, in costante relazione e interconnessione con l’ambiente, corpo integrante e pensante, organismo materico, cosciente e sensibile, corpo come soglia di percezione del mondo.