Le lancette perdute

Il disegno, realizzato attraverso pennellate di caffè e una biro nera, raffigura un grande occhio intrappolato in una gabbia fatta di piccoli orologi senza lancette. L’occhio è impossibilitato a chiudersi perché imprigionato nel tempo, un tempo che non riesce a scorrere, un tempo che non vede se stesso, come non si vede l’identità della donna raffigurata in basso a sinistra.

La donna tenta di scappare dalla condizione di insonnia, o dal tempo che sembra si sia fermato, o da qualcosa non identificato, ma è rivolta verso la rappresentazione di ciò da cui scappa. La donna infatti rappresenta il tempo fermo che cerca di guardare se stesso in modo da ritrovarsi e ritrovare le due lancette perdute, gli oggetti che danno un senso all’orologio. Sempre verso sinistra si può notare una piccola freccia, che può essere la lancetta perduta ma che si trova nel posto sbagliato, tra i rami degli alberi i quali si ergono verso l’occhio, componendo la gabbia. 

Il sentimento di prigionia genera una lacrima che finisce in un fiume, l’unico elemento che riesce a scorrere. Tuttavia il fiume, che scorre tra i massi, si conclude nel vestito della donna, rappresentazione stessa del tempo, un tempo che cerca di scappare dalla sua condizione di staticità ma rimane ancorato a ciò da cui scappa rendendosi eterno e creando un loop infinito.  

Il disegno è la raffigurazione del caos che arriva quando si fa fronte all’insonnia o quando si cerca di trovare un senso a qualcosa o  quando tutto ci sembra che non sia al posto giusto, come la lancetta disegnata tra i rami. Il disegno può avere però infinite interpretazioni, per esempio tratta anche argomentazioni come l’amore indissolubile nel tempo e le gabbie che da esso ne derivano. 

 Il caffè con cui è stato realizzato il disegno contribuisce nel significato dell’opera e cioè simboleggia il motore che tiene acceso tutto il loop, tenendo sveglia la sottoscritta.