Nella serie "Attese" si lascia spazio indirettamente alla figura umana, a coloro che non occupano più lo spazio ma ne hanno lasciato un'impronta.
Il letto, imbevuto dello scorrere del tempo, accoglie in negativo il passaggio di qualcuno; la seduta attraverso l'usura della materia diviene sindone di coloro che l'hanno utilizzata e vissuta.
Calate in un'atmosfera sospesa e densa le opere racchiudono in sé il dubbio sull'attesa, sull'aspettativa e la speranza che chi ha fruito l'oggetto possa tornare o se, confermando il vuoto rappresentato, ci condannerà ad un senso di solitudine e mancanza perpetuo.