L’installazione traspone visivamente la lotta che le vittime di rapporti violenti affrontano per lungo tempo, rendendo loro omaggio in una forma simbolica ed immersiva.
Il lavoro è parte del progetto #Lasciamiandare, nel quale l’artista ha indagato in prima persona ciò che quotidianamente affronta chi subisce e cerca di uscire da una relazione tossica e disfunzionale.
LIBERA illustra un passaggio importante di tale cammino, ovvero l’incontro della vittima con le realtà e con le persone che aiutano chi cerca di superare il trauma. È infatti fondamentale un’azione di supporto e di sostegno a chi si trova in una condizione di isolamento e spaesamento.
LIBERA è anche testimonianza, tramite l’audio realizzato unendo le voci distorte ma in parte distinguibili delle donne seguite dai centri antiviolenza.
L’istallazione si compone di 50 cornici digitali che riproducono la medesima opera video in loop. Sono state scelte le cornici digitali poiché esse ospitano simbolicamente un ritratto.
Protagonista dell’opera video è un oggetto semplice e familiare: un palloncino rosso, la cui esistenza è possibile grazie all’alito vitale di chi lo gonfia. Ugualmente chi vive imprigionato in un rapporto violento può sopravvivere solo usando il proprio fiato, parlandone e chiedendo aiuto. Grazie alla sua leggerezza, il palloncino tende a volare in alto, così come accade emotivamente in presenza di un sentimento di amore, di una relazione sani.
Ogni palloncino rappresenta una vittima e il suo rimbalzare leggero richiama l’altalenante percorso emotivo che le vittime di violenza sperimentano e attraversano nel percorso di liberazione.
Il gran numero di palloncini che compongono l’opera richiama sia l’ampiezza del fenomeno della violenza di genere, sia il sentimento di comunanza tra le vittime, perché solo stando insieme è possibile superare le singole dolorose esperienze.