Emikrania

EMIKRANIA

di Flavio Di Renzo

Scegliere di interrogarsi sul significato di termini come estraneità esige una riflessione complessa, che spinge a ridefinire i confini della propria identità. Cosa significa sentirsi estraneo? 

Stabilire una connessione con la propria essenza potrebbe apparire scontato, eppure esistono individui che non si riconoscono. Manifesta o tacita questa forma di disagio conduce all’alienazione che, nutrendosi della frattura tra il sé percepito e il sé autentico, genera un conflitto interiore che provoca angoscia ed emarginazione. 

La relazione che intercorre tra uomo e dolore è intricata, attraversa terreni tortuosi, colmi di ostacoli psicologici, emotivi e fisiologici. Gli scatti presentati appartengono alla serie Emikrania, a cura di Francesca Calzà e Martina Ghignatti, con cui l’artista Flavio Di Renzo trasforma in narrazione visiva i suoi attacchi emicranici durante i quali entra in un non luogo, in una dimensione senza riferimenti. 

Le immagini selezionate sono parte di una riflessione delicata e intimamente connessa alla biografia dell’artista che servendosi di sfumature, giochi di luci e tinte cromatiche restituisce in modo palpabile la frammentazione della visione dovuta all’emicrania con aura. Di Renzo utilizza il mezzo fotografico per immergere il visitatore in tutte le fasi di un episodio emicranico, dalle allucinazioni fino alla parestesia, alterazione degli stimoli sensoriali accompagnata da una sensazione di intorpidimento che può portare a confusione e dissociazione dovute alla perdita di controllo sul proprio corpo. 

I sensi tradiscono travolgendo l’artista temporaneamente privato della possibilità di comunicare con l’altro, ponendolo in una situazione simile a quella generata dall’assenza di una lingua e una cultura comune. 

Le fotografie ritraggono questo percorso di transizione da un’apparente normalità a un turbine di sensazioni. La luce passa dal rivelare al confondere, contribuendo ad una sorta di distorsione visiva che enfatizza il disagio e il disorientamento provati durante una crisi. Col susseguirsi degli scatti emerge una sfida essenziale al superamento della crisi l’incapacità di percepire e interpretare le sensazioni tattili che, come dei pesi inquantificabili, può generare un’alterazione profonda della comprensione del mondo circostante e del rapporto con esso. 

Le opere restituiscono la realtà percepita durante questo stato di alterazione e sottolinea l’indiscutibile soggettività della percezione umana, rendendola al tempo stesso leggibile dalla moltitudine. 

Con Emikrania espone se stesso rivelando come la sensazione di estraneità possa colpire nell’intimo, anche in assenza di evidenti differenze socio-culturali o fisiche, trasformando ciò che prima appariva incomunicabile in un linguaggio universale.

Trittico: Stampa FineArt Hahnemuhle Ultra Smooth / supporto in alluminio / Opera in Realtà Aumentata, App SlashFolder AR 

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