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gennaro branca

Male

Born in: salerno (Italy) on 27 May 1979.

Currently living: battipaglia (Italy).

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Gennaro Branca nasce a Salerno nel 1979. Sin dagli esordi è evidente la propensione per quei linguaggi neo-espressivi nati all’inizio degli anni Ottanta del Novecento, e caratterizzati in particolare dall’attrazione per una cosiddetta “bellezza del disordine” peculiare all’idea di una nuova urbanità. È in quel momento storico, infatti, sublimate tutte le precedenti esperienze gestuali e segniche e riconducibili all’espressionismo-astratto americano e all’Informale Europeo, che emergono, propriamente dalla strada, dai sobborghi e dalle periferie i semplificati linguaggi Street ai quali Branca guarda con interesse per la loro forte componente politica, da intendersi quale istanza liberatoria tanto sociale quanto individuale. Quel senso di tormento, complice anche una formazione trasversale – Branca si dedica parallelamente a studi nell’ambito della cucina e della cinematografia – quella frammentarietà fatta di segni, scritte, simboli e visioni talvolta infantili, ritornano prepotentemente nell’immaginario dell’artista, fra la fine degli anni Novanta e primi Duemila, avvicinandolo ai nuovi gruppi di Writers e Street artisti formatisi all’epoca, di fatto conducendolo all’uso privilegiato della bomboletta come medium espressivo. Qui la sua trasversalità si fa preponderante e le sue esperienze congeniali a strutturare visioni inedite dove anche il tema del cibo, inteso come elemento primario e necessario all’uomo in quanto nutrimento, ritorna in forma di soggetto sintetizzato. Nelle sue tele si fanno largo i concetti di odore e di aroma, fondamentalmente connessi a una dimensione sinestetica con la natura e il circostante, che di fatti palesa il nucleo essenziale dell’ambito d’ispirazione della sua ricerca. Quel segno diventa in seguito la sua cifra distintiva ma in modo del tutto inedito. Nel secondo decennio degli anni Duemila, infatti, la tipica verniciatura della bomboletta è nelle mani di Branca usata concettualmente come pura pittura, dove mostra di avere assimilato e fatti propri tutti gli elementi costitutivi dell’arte urbana, meditati e mediati secondo una visione più calma e distesa, molto più matura, lontana da palesi flessioni politiche, e tendente a un intimismo e un’introspezione di maggiore intensità. L’inquietudine della gioventù, l’insofferenza al vivere e al rintracciare un proprio posto nel mondo, se in prima battuta si configurava come una sorta di abbraccio violento fra la sua persona (l’artista), la natura e la contemporaneità, diventa nelle sue ultime opere un incontro più dolce, dove il dialogo fra l’uomo e il creato si fa espressione di gioia e collante di elementi coscientemente interpretati come parte di un tutto. Sebbene il suo segno sia sempre nervoso, le sue tele caotiche e portatrici di una certa irrequietezza, e sebbene sia sempre dominante un cromatismo ai limiti dell’eccesso, aggressivo e incontrollato se vogliamo, palese anche quando si muove esclusivamente in bianco e nero, le esperienze degli ultimi anni hanno condotto Branca a meditare su una componente segnica più razionale. Questa, desunta dallo studio di elementi prettamente scientifici, come la modificazione cellulare o la clonazione vegetale, l’ha portato alla realizzazione di tele sempre più stratificate, proprio a volere fare emergere il senso “sovrapposizione” che accompagna l’esistenza, nella storia e nella natura, da sempre; ed entro il quale emerge più evidentemente l’aurea emotiva e sentimentale complementare al vivere.

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