Quest’opera, in tutto e per tutto “personale e intima” si costruisce mediante altrettanto personali riferimenti iconografici, in cui negli anni è stato riversato il mio vissuto affinché ne assumesse la forma. Soggetto e paesaggio si configurano, qui, nella forma della rappresentazione della necessità di cedere alle illusioni, abbracciandone la caducità. Il soggetto è rappresentato nei due momenti di azione e attesa, uno inteso come totale abbandono all’illusione, l’altro come contemplazione del dolore. L’airone tuttavia, soggetto singolo, è composto da una moltitudine a cui la sua forma sembra bastare a stento, volendo erompere da un lato le creature acquatiche, dall’altro l’onda stessa non accettare i limiti dell’esperienza. La luna stretta nel becco, feticcio menzognero, è concepita come opposta alla Luna vera, rappresentata idealmente con un perfetto cerchio vuoto.