BIOGRAFIA IANNOTTA
Pasqualina Iannotta, in arte Lilly nasce a Caserta nel 1986. Sin da piccola ha sempre
privilegiato l'arte come mezzo per esprimere emozioni e stati d'animo, tanto che, finiti
gli studi ad indirizzo artistico nel 2005 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli
dove si laurea in pittura con il massimo dei voti. Trasferitasi a Brescia dove attualmente
vive, nel 2010 consegue un Master Accademico in Artiterapie presso la "Libera
Accademia di Belle Arti".
Impegnata attivamente nel campo ha partecipato con successo a diverse manifestazioni
artistiche da sola e con il suo compagno di vita Irid Deda che da sempre coltiva la sua
stessa passione.
Nelle sue opere è mossa dalla costante ed ossessiva ricerca di sperimentare e percorrere
strade legate alla solitudine dell’animo attraverso l’analisi dettagliata del pensiero
umano e l’intenso rapporto tra le arti ( pittura, scultura,istallazione, scrittura, fotografia).
La sua pittura corposa e materica è fatta di gesti istintivi che danno forma e “corpo”
all’immagine mentale della sua realtà, e se è vero che l’opera d’arte è espressione del
sentimento “soggettivo”, ne deriva che non ci si può limitare alla sola rappresentazione
del reale oggettivo, ma diventare libero creatore di un’opera che non risponde a regole
o calcoli preesistenti, ma frutto dell’impulso istintivo, capace di vivere e di “sentire”
liberamente con una sorta di moto dall’interno all’esterno e viceversa.
" Nella mia visione, l'arte è istintività gestuale, essa nasce dalla volontà di lasciar libero ogni
segno, dove la spontaneità del gesto, quale autonoma manifestazione dell’inconscio, di
fatto diventa unica espressione e manifestazione dell’essere.
La grande forza comunicativa dell'arte in ogni sua espressione ha la capacità di sublimare
l'emozione.
A mio avviso ha in sé delle risorse proprie e un potenziale creativo che va semplicemente
stimolato e l'arte mezzo diretto e immediato permette di esprimere
noi stessi in maniera spontanea e istintiva.
Esprimersi dunque, per espellere e portare alla luce determinati stati d'animo e ben
precise idee.
Il gesto artistico così con la sua capacità di rafforzare e spesso sostituire le parole è in
grado, come diceva Matisse, di regalare ai pensieri la concretezza della materia.
Queste azioni per me altro non sono che la manifestazione di contenuti affettivi e
corporei che spesso la cultura occidentale, essenzialmente cognitiva, ne sminuisce la
valenza.
Per cogliere quest'aspetto è necessaria una sensibilità estetica capace di riconoscere il
significato comunicativo che è sempre privato e personale.
Ne risultano immagini autentiche, che obbediscono ad una necessità interiore libera da
canoni tradizionali di bellezza e di gradevolezza standardizzati.
La bellezza, quindi, va ricercata nella perfetta espressione del mondo interiore di ogni
artista che nel suo agire manifesta.
E' la forza dirompente dell'atto creativo, che oggettivamente rende vano e superfluo ogni
tentativo di spiegare attraverso le parole il viaggio personalissimo che compiamo, che
ogni artista compie.
Tracce tutte diverse tra loro, eppure ognuna con il proprio passato e futuro da
raccontare, animate dal medesimo pulsare vitale, che esplorano e nascondono, rivelando
la loro unicità.
Il "non detto" viene messo in scena dai sensi, la vista e il tatto soprattutto.
C'è un luogo, un tempo e uno spazio dove ci si sente liberi, dove la dimensione è
condizione dell'animo, dove ogni gesto spontaneo diventa manifestazione di sé in un
continuo divenire.
Passione struggente, bisogno di esprimere emozioni dove ogni pensiero prende forma
sullo spazio pittorico e l'opera diventa l'unico grande interprete dell'essere".